Oggi la UIL ha pubblicato un approfondito studio sui
cosiddetti ‘costi della politica’.
Tralasciando la nota polemica sulla confusione, talvolta
strumentale, tra ‘costi della politica’ e ‘costi delle Istituzioni’ limitiamoci
a controllare cosa dice la Uil, nel suo “IV Rapporto UIL sui costi della
politica” a proposito dei costi della Camera.
Le affermazioni della UIL
Secondo Guglielmo Loy, che della Uil è il Segretario
Confederale, per il funzionamento degli Organi dello Stato centrale, inclusa la
Camera dei Deputati, quest’anno i costi saranno in aumento del 2% (più 60
milioni di euro) rispetto al 2013.
Per la Camera in particolare la Uil annuncia ‘spese’ stabili
a 943 milioni, stesso livello del 2013.
Il livello citato dalla Uil, che più correttamente viene
definito dotazione, è la somma che il bilancio dello Stato eroga alla Camera
per il proprio mantenimento ovvero il costo che lo Stato, ovvero i contribuenti,
sopportano.
Ma quali sono le somme reali?
La Uil afferma quindi che la Camera abbia comportato una
spesa per il bilancio dello Stato pari a 943 milioni di euro sia nel 2013 che
nel 2014.
In realtà parte della dotazione del 2013 è stata restituita
al bilancio dello Stato. 10 milioni di euro hanno lasciato le casse di
Montecitorio per tornare da dove erano partite.
Ancora maggiore la restituzione di fondi al bilancio dello
Stato avvenuta nel 2014, 28,3 milioni di euro.
Cosa cambia usando le cifre reali?
Utilizzando le cifre reali i 943 milioni per il 2014,
stabili rispetto al 2013, delle spese della Camera dei deputati annunciata
dalla Uil diventa quanto segue.
Anno
|
Dotazione
|
Restituzione al Bilancio dello
Stato
|
Costo reale a carico del Bilancio
dello Stato
|
Differenza in % rispetto al dato
Uil
|
2013
|
943
|
-10
|
933
|
-1,060
|
2014
|
943
|
-28,3
|
914,7
|
-3,001
|
E sarebbe a questo punto oltremodo interessante prendersi la
briga di effettuare la medesima verifica su TUTTI i numeri citati da Loy,
compito che mi auguro voglia essere intrapreso dalla stessa organizzazione
sindacale che ha diffuso questi dati.
In conclusione
Personalmente continuo a ritenere surreale la faciloneria
con cui si fanno affermazioni, anche dure, sul conto degli organi di questo
Stato, prendendo dati errati e rifiutandosi in maniera ossessiva di verificarli.
Del resto lo stesso Loy che cita i “tanti annunci a volte anche roboanti”,
quegli stessi annunci avrebbe fatto bene a leggerli prima, e sottolineo prima,
di far uscire lo ‘studio’.
Avrebbe scoperto questo.
Ancora più grave è da considerare chi, esercitando la
professione di giornalista, si limita a fare da cassa di risonanza ripetendo,
in modalità ‘toyally brainless’, dati e cifre sparati a casaccio.